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Scrolling infinito: perché sarebbe meglio evitarlo

Nonostante sia oggi molto sfruttato, lo scrolling infinito può rappresentare un problema sia per la navigazione degli utenti che per la monetizzazione.

Negli ultimi anni la tecnica è divenuta sempre più popolare, tanto che oggi gli utenti si imbattono quotidianamente in siti che la implementano: lo scrolling infinito – o infinite scrolling – è praticamente ovunque.

Sebbene alcuni lo considerino una soluzione moderna ed efficace, in realtà presenta diversi problemi, sia in termini di usabilità che di monetizzazione del sito creato. Quali sono, di conseguenza, i limiti più evidenti dell’infinite scrolling e per quale ragione sarebbe meglio evitarlo?

A rispondere a questa domanda ci ha pensato Hackernoon, con una lunga disamina delle problematiche che lo scrolling infinito genera. Di seguito, le più rilevanti.

Sovraccarico della memoria

Il problema principale dell’infinite scrolling – ovvero quella modalità di visualizzazione su pagina singola, pronta a caricare nuovi contenuti man mano che l’utente effettua uno scroll verso il basso – e l’eccessivo sfruttamento della memoria. Al caricamento di ogni nuovo elemento la pagina diventa sempre più avida di RAM, tanto da portare anche a rallentamenti in presenza di più tab contemporanei, persino su dispositivi da medie e buone performance.

Un problema non presente invece nei siti che optano per la separazione in pagine, poiché eventuali contenuti vengono caricati solo quando l’utente clicca effettivamente sul link interno di proprio gradimento.

Rincorsa al footer

Per quanto possa sembrare di primo acchito un elemento di scarsa importanza, in realtà il footer rappresenta un’area del sito particolarmente frequentata dagli utenti. Poiché entrato da anni nelle consuetudini di navigazione, gli utilizzatori si dirigono a colpo sicuro su questa porzione della pagina per trovare informazioni come i contatti, i collegamenti ai social network, l’informativa sulla privacy e molto altro ancora.

Questa necessità non viene soddisfatta con l’infinite scrolling: ogni volta che l’utente tenta di avvicinarsi al fondo della pagina, dei nuovi contenuti vengono automaticamente caricati, rendendo l’impresa impossibile. Ciò non solo determina nervosismo nello stesso utilizzatore, il quale si troverà di fronte a un sito scarsamente usabile, ma ridurrà anche la fiducia del consumatore finale nei confronti del marchio, del prodotto, del servizio o dell’azienda rappresentata.

La sensazione comune davanti a un intoppo di questo tipo, infatti, è quella che la società stia cercando di rendere inaccessibili o nascoste informazioni importanti.

Confusione

Non vi sono molti dubbi fra gli esperti nel design delle interfacce: l’infinite scrolling genera confusione negli utenti. Abituati alla classica navigazione per pagine, con menu chiari ed esplicativi, i navigatori si sentono del tutto disorientati a visitare siti dallo scrolling infinito. Faticano nel trovare la risorsa richiesta, ad esempio, scorrendo ripetutamente la pagina verso l’alto o verso il basso alla ricerca di un aiuto visivo che possa indirizzarli.

Si domandano quindi se stiano usando il sito nel modo giusto, se abbiano avuto correttamente accesso alle funzione di ricerca, addirittura se vi sia un guasto nel loro browser data l’assenza di una vera e propria fine per la pagina visitata.

È importante sottolineare come più complessa viene percepita la navigazione, minore è il tempo di permanenza sulla pagina. Vi potrebbero pertanto essere dei danni in termini di traffico, ma anche di monetizzazione: è quasi impossibile ottenere conversioni significative su pagine dal design ostico.

Analisi e monetizzazione complessa

Implementare i principali strumenti di analisi su un sito a infinite scrolling è particolarmente complesso, a volte addirittura impossibile. Gli script di Google Analytics, ad esempio, sono evidentemente pensati per progettazioni paginate, così come molti analoghi strumenti di altri fornitori di servizi.

La difficoltà di raccogliere statistiche affidabili sul proprio sito, ovviamente, rende estremamente complessa la fase di monetizzazione. Non solo non si dispone di dati effettivamente certificabili sul proprio traffico, per attrarre investitori, ma è anche difficile imbastire delle strategie di miglioramento per conquistare una porzione sempre più grande dell’utenza.




Pubblicato il 8 Novembre 2019

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